Un fotografo dalla doppia anima selvaggia

Vi presentiamo un giovane fotografo di Salerno, il 33enne Alfonso Roberto Apicella. Alfonso è un appassionato di ornitologia ed è specializzato in fotografia di natura per il Sud Italia.

La sua passione per la fauna meridionale e per la fotografia lo hanno portato a seguire l'unica nidificazione peninsulare di capovaccaio, l'addondante popolazione di lontre del fiume Sele, gli spostamenti dei grifoni sugli Appennini e i particolari comportamenti della salamandra giglioli.

Di seguito, trovate una breve intervista su questo giovane fotografo dalla doppia anima selvaggia.

Chi è e cosa fa Alfonso Roberto Apicella?

Sono un tipo semplice, a volte folle e sconsiderato, abbastanza autodidatta, alla ricerca continua di emozioni di natura wilderness. Sin da giovanissimo sono sempre stato attratto da terre remote, luoghi in cui il contatto con la natura è la base e dove la civilizzazione non è stata in grado di met-tere radici. Ogni viaggio che affronto per lavoro o per piacere è un tentativo di ritrarre la bellezza e la magia della natura che ci circonda.

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Quali sono i tuoi strumenti di lavoro?

Quando ci si dedica alla fauna l’attrezzatura mimetica è fondamentale, porto sempre con me una ghillie (una tuta mimetica utilizzata nel camuffamento militare dei cecchini) con cui mi rivesto totalmente in alcuni tipi di appostamento nel bosco, varie reti mimetiche per appostamenti rapidi o quando fotografo dall’auto e devo nascondere la mia sagoma, e tanti capanni mobili mimetici per ogni occasione, utili per appostamenti lunghi e con soggetti più diffidenti.

L'obiettivo fotografico che più di tutti mi accompagna è il Tamron 150-600mm, utile in tutte le situazioni di fotografia faunistica, dagli appostamenti per le lontre a Salerno, alle escursioni abruzzesi per gli ungulati. Altro obiettivo che trovo importantissimo per me è il Tamron 90mm F2.8 che mi permette di fotografare al meglio gli anfibi: nitidezza e autofocus fantastici.

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Puoi parlarci del tuo stile? Del tuo metodo di fotografia? Come componi una foto? Segui delle linee guida personali o decidi sul momento?

Non ho uno stile in cui immedesimarmi. Amo studiare minuziosamente i soggetti cercando di comprenderne gli atteggiamenti e cerco di essere fantasioso al momento dello scatto in base all’occasione che mi si propone. Capita a volte di immaginare una foto, ma potrà avere mille altre sfaccettature una volta che sono sul posto. In base alle variabili che potrò trovare mi si accenderà l’immaginazione ed è il momento che aspetto di più. Il mio momento ed è fantastico!

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Quando fotografi, quali sono le sfide che devi affrontare maggiormente? E come l’attrezzatura che hai scelto ti supporta nel superare queste sfide?

Se parliamo di sfida fotografica credo che in molte occasioni l’attrezzatura scelta ti salvi una foto. Un corredo fotografico di ottiche fisse di sicuro dà una qualità eccelsa ma la versatilità che trovo con gli obiettivi zoom Tamron non ha paragone. Ambientare un soggetto ed essere anche rapidissimo nel farlo, ti fa inevitabilmente perdere la possibilità di cambiare obiettivi fissi a seconda del soggetto. Ambientare un soggetto animale e ritrarlo enfatizzando il contesto in cui esso è inserito, a volte, per me è prioritario.

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Come è iniziato tutto? Cosa ti ha spinto a diventare un fotografo?

Inizialmente con il trekking, il birdwatching e l’arrampicata trovavo una connessione con la natura di cui ero dipendente. Dopo molto tempo, sotto i consigli di gente che poi è diventata il mio punto di riferimento, ho provato una macchina fotografica e la fotografia naturalistica mi ha dato una connessione molto più intensa, di cui oggi sono tanto dipendente.

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C’è qualche fotografia in particolare che vuoi descrivere? Una che adori per come sei riuscito a realizzarla oppure una che senti maggiormente tua.

Quella della cometa Neowise è una foto di cui sono molto fiero. Oltre alla cometa, nella foto c’è un albero che mi affascina da sempre, il pino Loricato (Leucodermis). A destra i giovani e a sinistra gli adulti di questa imponente conifera che ammirano l’affascinante cometa che nel 2020 ci ha fatto compagnia per più mesi. Questi alberi vivono sulle vette del Parco Nazionale del Pollino a 2000mt e sono i pini più antichi d'Europa. Questa fotografia è stata una sfida intensa e carica di adrenalina. Il posto in questione si trova a 3 ore di auto e circa 4 di escursione da casa mia. Perciò oltre a studiarmi le posizioni di Neowise e di questi giganti secolari, dovevo essere pronto a partire non appena le condizioni metereologiche fossero state perfette. Avendo già molta attrezzatura era complicato portare con me anche tende e sacco a pelo e tutto quanto per campeggiare in quota, quindi decisi di affrontare questo viaggio andata e ritorno senza sosta. Dopo 6 ore di auto e quasi 10 di escursione ero di nuovo a casa stanco, ma molto soddisfatto.

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Cosa potresti dire a coloro che decidono di cimentarsi nel tuo mestiere?

Di sicuro serve tanta ostinazione e costanza, perché le giornate sfortunate e improduttive sono tante, ma si viene ripagati di tutto. Durante le escursioni e le ricerche di vita selvaggia si avverte il contatto con la natura. È un'esperienza profonda che si porterà dentro per sempre.


Sito: www.wildforever.it


NibbioBianco_Cacciatore invisibile.jpgPini Loricati_Pollino.jpgCormorani_Fiume Sele.jpgPrredatori di città_Matera.jpgesplosione_lucciole.jpgBramiti_Abruzzo.jpgNibbioReale_Basilicata.jpgLove_Urie.jpgLontre_Giochi_Fiume Sele.jpgFamiglia_SudAfrica.jpgGruccione sotto la pioggia.jpg

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